Se ti capita di vederlo sulla spiaggia non toccarlo e allontanati: questo è il motivo
In spiaggia può capitare di trovarlo e il primo pensiero è, magari, di "fare conoscenza": meglio evitare, faresti un bel danno
Rispettare l’ecosistema è un nostro dovere. Lo dobbiamo anche e soprattutto alle generazioni future, le quali non avranno un domani se continueremo sullo stesso andazzo. In spiaggia può capitare di incontrare i cosiddetti cetrioli marini.
Lo trovi in spiaggia? Meglio girare alla larga
La loro forma ricorda quella di un’alga, ma rientrano nella famiglia degli Echinodermi, tipici dei fondali marini. Caratterizzati dalla formula allungata e dalla consistenza molliccia, emanano dei filamenti appiccicosi come meccanismo di difesa contro le eventuali minacce. Questa sostanza viene ampiamente sfruttata nel campo della cosmesi, date le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti.
Tuttavia, qualora ti capitasse di imbatterti in un esemplare, è meglio girare alla larga. Ciò sia perché le dita diverranno appiccicose sia a causa della presenza sempre più ridotta dei cetrioli marini. Ciò dipende dal comportamento dell’uomo, reo di abusarne. Soprattutto l’Asia ne pesca in quantità industriali, oltre le effettive capacità riproduttive della specie. Il motivo, tanto per cambiare, è il denaro.
Al di là dello sfruttamento nel campo della cosmetica, i cetrioli marini hanno ampio successo nell’ambito dell’alimentazione. Usati nella preparazione di diversi piatti, anche molto diversi tra loro, risultano molto gettonati, da qui il prezzo parecchio elevato fissato dai produttori, in grado di raggiungere pure i 100 euro al chilo.
Con la loro eventuale estinzione i fondali marini subirebbero dei danni ingenti, sicché contribuiscono a ripulirli dai detriti, cibandosi di materia organica. Nel ciclo della vita, ogni elemento ricopre un ruolo essenziale: cerchiamo di ricordarcelo, prima che sia troppo tardi.
Sebbene sia presente su vasta scala anche nel Mediterraneo, gli esemplari del cetriolo di mare non sono, in tal caso, commestibili. Il legislatore italiano ha proibito di pescarlo con un intervento normativo dello scorso anno. Una misura d’emergenza per non vederlo scomparire. Sarebbe l’ennesimo colpo duro impartito al Pianeta già tormentato da varie minacce.