Sai a cosa servono davvero le linee dei bicchieri di plastica? Nessuno te lo ha mai detto

La funzione delle zigrinature dei bicchieri di plastica non è quella che ci hanno sempre raccontato

Dal gennaio dello scorso anno l’Unione Europea ha proibito, in modo tassativo, la vendita dei bicchieri di plastica. Una soluzione dettata dal bisogno di ridurre gli sprechi dopo che per anni sono stati ampiamente utilizzati in tutte le nostre case.

Se in passato ignoravamo (parzialmente) quanto fosse deleterio l’accumulo dei rifiuti, oggi non abbiamo più scuse. Ecco perché sarebbe il caso di prendere atto della situazione, regolandoci di conseguenza.

Bicchieri di plastica: la funzione delle zigrinature

Bicchiere di plastica

Tutto ciò lo diciamo senza voler stigmatizzare i bicchieri in plastica. Il problema viene, infatti, generato da qualsiasi articolo monouso. Oggi sono disponibili alternative compostabili e biodegradabili, ma è di gran lunga preferibile ricorrere a prodotti lavabili e riutilizzabili, ad esempio in vetro.

Bicchieri di plastica a terra

Comunque sia, ora ti vorremmo mettere a conoscenza di una curiosità sui bicchieri in plastica. Probabilmente ne conservi tuttora, in quanto residuo delle scorte del passato. Credevi di conoscerne ogni segreto? In pochi sono al corrente di quanto ti andremo ora a raccontare.

Ci riferiamo allo scopo delle zigrinature, un loro tratto caratteristico, sulla cui vige della confusione. Secondo il pensiero popolare, le linee servirebbero a mantenere salda la presa. Così ti hanno sempre raccontato, perciò lo hai accettato e mai lo metteresti in discussione. Del resto, perché farlo? Te lo hanno sempre detto e ripetuto.

Bicchieri di plastica

Ebbene, preparati a rimanere stupito, poiché ti sbagli di grosso. Difatti, la soluzione venne introdotta nei Paesi anglosassoni allo scopo di dosare gli amari o i distillati lisci. I commensali riuscivano a regolarsi facilmente nelle quantità e lo stesso valeva per chiunque desiderasse berli comodamente nella sua abitazione, senza eccedere nel consumo.

Le tacche sono state messe in base all’unità di misura locale, ossia le once, invece dei millilitri. Fatto sta che il sistema è adottabile pure nei nostri confini: all’ultima linea, corrispondente alle 12 once, è lecito arrivare con una bevanda poco alcolica, tipo la birra, a 5 once una di medio valore etilico, come il vino, mentre per i superalcolici non bisognerebbe andare oltre la prima linea, equivalente a un’oncia.

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