Lo hai mai visto prima? Non è uscito da un racconto fantasy, esiste davvero. Tutto quello che dovresti sapere sul Clathrus archeri

Conoscete il fungo tentacolo? Tutto quello che c'è da sapere su questo strano saprofita che sembra sbucare dritto da un racconto

A prima vista il fungo tentacolo, che risponde al nome di Clathrus archeri, sembra in tutto e per tutto frutto della penna di uno scrittore bislacco.

Si tratta in realtà di un essere vivente realmente esistente, originario di Australia e Tasmania e solo successivamente importato in alcune aree del Nord America, dell’Europa e dell’Asia.

Tipico degli ambienti boschivi montuosi, deve la sua fama alle linee tentacolute e digitiformi, che gli valgono il nome volgare di dita del diavolo.

Fungo tentacolo

Il colore rosso fiammante e i riccioli convoluti lo rendono quasi surreale, ma di certo inconfondibile! Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Leggi anche: Le tue piante di menta e basilico hanno foglie gialle e secche? Prova a fare così, saranno sempre rigogliose

Fungo tentacolo o dita del diavolo: tutti i segreti

Contrariamente a quanto si possa pensare, questo fungo non è tossico nonostante l’aspetto poco invitante. Colori sgargianti, forme ambigue e cattivo odore sono tra i meccanismi di difesa più comuni in natura, ed in questo caso non sono segno di pericolosità.

In alcuni Paesi viene considerato commestibile e consumato entro in primi stadi di maturazione, sebbene risulti in questo frangente quasi insapore.

Fungo tentacolo

Infatti nelle prime fasi assume la forma di un ovolo, che raggiunge al massimo 6 cm di dimensione, coperto da uno strato membranoso bianco detto peridio, che scurisce man mano.

Può permanere in questo stato, semi-emerso dal terreno, fino ad alcuni mesi, prima di apprestarsi alla maturazione. In questa occasione il peridio si rompe ed emergono dalle 4 alle 8 estroflessioni appendicolari, che ne costituiscono l’aspetto tipico.

Sono elastiche e rosacee, dapprima arrotolate e poi distese a formare i tentacoli. La porzione interna costituisce la gleba, parte fertile del fungo in cui si formano le spore.

L’odore fetido e marcescente attira le mosche, e favorisce la diffusione delle spore in ambiente. Inoltre essendo un fungo saprofita esso cresce frequentemente in terreni acidi e nei pressi di legni e vegetazione in decomposizione.

Leggi anche: Piante rare, quelle che non puoi non avere in casa

Articoli correlati