Perché il pianto può segnare la tua rinascita

Le lacrime aiutano a risollevarsi nei momenti più delicati

Sin dalla nascita qualcosa che abbiamo connaturato dentro di noi è il pianto.

All’inizio costituisce il nostro unico modo per comunicare con l’ambiente esterno ed esprimere i nostri bisogni (ad esempio, se abbiamo fame). 

Andando avanti, nel corso dell’infanzia il pianto inizia ad assumere diversi significati, positivi e negativi. Possono indicare sentimenti, tristezza, paura, gioia e persino rabbia. Un pot-pourri di stati d’animo alberga dentro di noi e le lacrime ne sono talvolta il risultato. In altre circostanze, invece, lo interiorizziamo e quindi non c’è nessuna manifestazione esterna: già, il tipico nodo in gola. Uno dei due modi di piangere implica tormento e riesce a creare dei gravi scompensi. 

La forza del pianto

Ragazze che piange

Il grido che non esce è di solito il più reale. Non sappiamo esattamente come ciò si sia reso possibile, ma ci ritroviamo metaforicamente rinchiusi in una specie di prigione, da cui crediamo non esistano vie di fuga.

Ragazza triste

L’angoscia si identifica con una lacrima. Che probabilmente ti ha avvicinato a un’altra persona più di un sorriso. Vale anche il viceversa: assistere al pianto di qualcuno tende a creare una connessione tra voi due. Ti identifichi nel prossimo, provi empatia, ne comprendi la natura. Ecco perché si forma un legame: le lacrime ci ricordano che in fondo siamo umani, con differenti sensibilità, ma con gli stessi sentimenti.

Hai provato il dolore sulla tua stessa pelle e sai cosa si prova quando qualcuno ti ha spezzato il cuore: la fine di un amore, un amico pronto a voltarti le spalle nel momento in cui ne avresti avuto più bisogno, …

Depressione

A poco a poco il nodo, però, si scioglierà e il dolore sarà una delle cicatrici nel viaggio chiamato vita. Ti accompagnerà ovunque andrai, finché un bel giorno sarà parte del passato e nulla più. Avrai superato il naufragio e allora ti renderai conto della profonda verità contenuta nelle parole di Paula Bonet: a volte versiamo così tante lacrime che le balene potrebbero nuotarci dentro, ma non ti puoi permettere di affogarci.

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